Senza frontiere

 

«Senza frontiere» significa almeno due cose diverse: l’apertura a tutte le lingue, le culture, le esperienze capaci di interrogare e arricchire la nostra contemporaneità; e la volontà di ignorare le fittizie barriere dei generi o degli stili per valorizzare soltanto la capacità di costruire una narrazione forte e onesta, in grado di bucare lo schermo opaco della nostra indifferenza di lettori sempre più compromessi con una narrativa di facile consumo.

Non ci interessano gli sperimentalismi fine a se stessi, ma neppure i testi il cui solo fine è stupire il lettore con «effetti» sempre più forti o blandirlo con storie facili e superficiali. La lettura deve restare un’avventura aperta all’imprevedibile, talvolta scomoda, ma capace di lasciare un segno nella memoria e, perché no?, nella vita di chi la pratica.

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