Il libro
Grytzko Mascioni, poeta, narratore, saggista, grande viaggiatore innamorato del Mediterraneo e della Grecia classica, in questo libro racconta la più drammatica delle sue avventure. Non è più giovane quando gli viene diagnosticato un male al quale si può tentare di scampare solo con un trapianto. Comincia quindi per lui la navigazione nei mari estremi tra la vita e la morte e nei labirinti di una clinica francese, tra un destino che pare segnato e il disperato tentativo di ottenere dei «tempi supplementari» che conquisterà a duro prezzo.
«Quella che si racconta in questo libro non è una storia a lieto fine, anche se all’atto di scrivere queste pagine l’autore non può ancora saperlo. O se lo sa, non intende farlo sapere, perché nulla può indurlo a derogare dal suo abito di riservatezza. È la storia di una sfida, il resoconto di uno dei suoi tanti viaggi avventurosi: il più intenso e drammatico, anche se viene filtrato e restituito nei toni del distacco letterario. Un documento umano che trova il suo valore aggiunto nell’unica verità possibile, quella di una scrittura che lo fa diventare un percorso di conoscenza e di poesia». L’estremo messaggio che Mascioni ha affidato alla bottiglia della scrittura è anche ‒ scrive inoltre nella prefazione Ernesto Ferrero ‒ «una bellissima storia di amore coniugale, un romanzo a suo modo filosofico, di una filosofia, di un modo di sentire, vivere e porsi con gli altri che si traduce in comportamenti reali e fattivi, così rari in tempi in cui tutto sfuma in una virtualità tutta di superficie, in vacua verbosità autoreferenziale».
