Il libro
Nel 1946 molti giornalisti accorsero in Germania per raccontare ai propri lettori come si viveva tra le macerie di quello che avrebbe dovuto essere il Reich millenario. Stig Dagerman arrivò il 15 ottobre e ripartì il 10 dicembre. Per tutto il viaggio raccolse una grande quantità di appunti che rielaborò in forma di articoli e successivamente pubblicò in volume.
Quando Autunno tedesco fu pubblicato per la prima volta, nel 1947, la critica ne riconobbe unanimemente l’alta qualità letteraria. Quella di Dagerman era l’opera di un poeta. Colpiva in essa la descrizione acuta, nitida e diretta, di una situazione per molti versi estrema; la partecipazione appassionata alle sofferenze dei vinti, la volontà di comprenderne le ragioni, senza per altro consentire a nessun tipo di facile assoluzione, la libertà da ogni schema ideologico e da ogni preconcetto.
Autunno tedesco, tuttavia, non è soltanto una straordinaria lezione di giornalismo: oggi si rivela anche, e soprattutto, come la terribile rappresentazione di un passato che, in tempi e luoghi diversi, non ha cessato di ripetersi.