Architetture dell'assurdo

Come il «genio» ha tradito un'arte al servizio della comunità

John Silber

Collana I Draghi

  • Pubblicazione: 19 gennaio 2009
  • Pagine: 112
  • Illustrazioni: 103 col
  • Formato: 17x24
  • ISBN: 9788871807928
VERSIONE CARTACEA
  • prezzo: € 18,50
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Il libro

Per quale motivo il governo francese ha permesso all’architetto I.M. Pei di rovinare lo storico cortile del Louvre con l’invadente presenza di una piramide di vetro della fine del XX secolo?

Perché i «tagli» sull’esterno del Museo ebraico di Berlino realizzato da Daniel Libeskind, che vorrebbero evocare la presenza degli ebrei nella Berlino pre-nazista, riappaiono senza motivo nel Royal Ontario Museum di Toronto?

Perché lo Stata Center del MIT, di Frank Gehry, è stato ideato come uno spazio aperto per favorire la vita comunitaria senza considerare le esigenze di concentrazione e riservatezza di ricercatori e studenti? E come è possibile che un edificio costato oltre 300 milioni di dollari (ma il preventivo era di 165 milioni) abbia un arredamento costituito di pannelli di compensato ed enormi gigantografie appese ai muri (al posto degli schermi al plasma previsti dal piano iniziale), e sia afflitto da periodiche e massicce infiltrazioni d’acqua?

E come giustificare il fatto che Gehry abbia progettato un edificio come la Walt Disney Concert Hall di Los Angeles senza tenere conto che le luccicanti curve in acciaio inossidabile della struttura esterna avrebbero abbagliato gli abitanti delle case vicine, trasformando i loro appartamenti in vere e proprie serre?

In questo volume John Silber analizza e discute alcune fra le più celebri – e celebrate – grandi opere del nostro tempo, mette sotto accusa molti autentici «guru» dell’architettura e smaschera il loro deliberato disprezzo per i committenti e per le persone che vivono o lavorano all’interno delle loro creazioni. Come ha scritto Roger Kimball, «Architetture dell’assurdo è più di un campanello d’allarme. È la schermaglia iniziale della battaglia che restituirà l’architettura alle persone che ne fruiscono».

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