Autobiografia

G.K. Chesterton

Collana Chestertoniana

  • Pubblicazione: 6 luglio 2017
  • Pagine: 416
  • Illustrazioni: inserto fotografico in bianco e nero
  • Formato: 14x21
  • ISBN: 9788867087150
  • Traduzione: Cristina Spinoglio
  • prezzo: € 28,50
    - Sconto 5%: € 27,08
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Il libro

Rimarrebbe deluso chi pensasse di trovare in queste pagine un racconto puntuale intessuto di luoghi, fatti, incontri. Non manca – beninteso – nessuno di questi ingredienti, ma l'Autobiografia di Chesterton, uscita postuma nel 1936, è soprattutto la storia di un'intelligenza e di un'anima che cercano, non senza incertezze e contraddizioni, la propria strada.

Sullo sfondo, evocato con tocchi magistrali, sta il difficile periodo di transizione tra XIX e XX secolo, con il crollo degli Imperi coloniali e il dramma della prima guerra mondiale. E dallo sfondo si affacciano le personalità del panorama politico e letterario con cui lo scrittore entra in contatto e su cui esercita la propria attitudine all'analisi per paradossi dell'uomo e della società, senza mai rinunciare alla sua impareggiabile vis polemica.

La nota segreta del testo – quella che risuona inconfondibile dietro le vicende e le battaglie quotidiane – è però la ricerca di una verità più grande di quella proposta dalle filosofie e dalle dottrine che occupavano (e occupano ancora) la scena contemporanea, una verità capace di cogliere l'umano nella sua complessità e integralità.

L'approdo sarà, come è noto, la Chiesa cattolica, «dove tutte le verità si danno appuntamento».

 

Per sentito dire

Inchinandomi con la mia cieca credulità di sempre di fronte alla mera autorità e alla tradizione dei padri, bevendomi superstiziosamente una storia che all’epoca non fui in grado di verificare di persona, sono fermamente convinto di essere nato il 29 maggio del 1874 a Campden Hill, Kensington; e di essere stato battezzato secondo il rito anglicano nella piccola chiesa di Saint George, che si trova di fronte alla torre dell’acquedotto, immensa a dominare quell’altura. Non attribuisco nessun significato al rapporto tra i due edifici; e nego sdegnosamente che la chiesa possa essere stata scelta perché era necessaria l’intera forza idrica della zona occidentale di Londra per fare di me un cristiano.
Tuttavia la grande torre dell’acquedotto era destinata ad avere un ruolo nella mia vita, come spiegherò in seguito. Ma quel racconto fa parte delle mie personali esperienze, mentre la mia nascita (come ho detto) è un caso fortuito, che accetto come un povero contadino ignorante, solo perché mi è stato trasmesso dalla tradizione orale. 

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